Stato dell’arte e aspetti storici
Seguendo una distinzione ormai canonica nelle scienze dei media e della cultura di area anglofona e germanofona è possibile dividere le tecniche utilizzate dagli esseri umani in due macrocategorie: tecniche “semplici” e tecniche culturali (Kassung/Macho 2013). Le seconde si differenzierebbero dalle prime per tre caratteristiche: esse sono neutrali rispetto al contesto, necessitano di media e sono ricorsive. Secondo alcune delle voci più autorevoli che si sono espresse sul tema, le tre tecniche culturali basilari sarebbero la numerazione, la produzione di immagini e la scrittura (Bredekamp/Krämer 2003). Nel progetto proposto ci si concentrerà, in particolare, sulla scrittura quale tecnica culturale, partendo dall’assunto che essa è da considerarsi sempre come una tecnica culturale “doppia”: alla scrittura, infatti, è inscindibilmente legata la lettura, anch’essa una tecnica culturale, in quanto neutrale rispetto al contesto, bisognosa di media e ricorsiva.
In particolare, nel progetto proposto si prenderà in analisi una specifica forma di scrittura – quella di regole di condotta e comportamento, indirizzate sia a singoli che a collettivi più o meno ampli, che a referenti astratti/generici – che andrà sempre considerata nel suo double bind con la particolare forma di lettura che esse richiede, vale a dire una lettura “incorporante”, che mira, cioè, all’assunzione attiva delle regole lette da parte del soggetto che legge, il quale fa di tali regole una struttura fondamentale della propria soggettività (cfr. Clark 1999, Stock 2007).
Una genealogia occidentale di questo tipo di scrittura andrebbe fatta risalire – sulla scorta delle analisi di Michel Foucault sulla “scrittura di sé” (2001) e di Pierre Hadot su Marco Aurelio (1992) – agli hypomnemata greci, vale a dire, a quella serie di brevi pensieri, redatti con cadenza regolare (di cui esempio paradigmatico sono Pensieri di Marco Aurelio) che dovevano servire al duplice scopo di esercizio in sé (di scrittura) e di esercizio spirituale di interiorizzazione di ciò che veniva scritto. Già a partire dal III-IV secolo d.C., dopo il passaggio all’epoca cristiana, ad esempio nelle regole redatte da Pacomio, il fondatore del monachesimo cristiano egiziano, si comincia ad avere una chiara supremazia del carattere normativo-performativo su quello narrativo-autobiografico nella scrittura di regole. Testi come le Conferenze ai monaci di Giovanni Cassiano (IV sec. d.C.) e la Storia Lausiaca di Palladio (IV-V sec. d.C.), mescolando narrazione, agiografia e dialogo si pongono come forme ibride, che continueranno a fiancheggiare la scrittura di regulae cristiana anche dopo la grande codificazione avvenuta prima, in Oriente, con il Grande Ascetico di Basilio di Cesarea (IV sec. d.C.), e poi in Occidente, con le Regole di Benedetto da Norcia (V-VI sec. d.C.) fino ad arrivare a esempi come la regola monastica scritta da Pietro Abelardo (XII secolo) per le monache del Paracleto (tra cui Eloisa). Passaggi successivi sono riscontrabili nella letteratura di corte (Baldassarre Castiglione, Balthasar Gracián), nei galatei (cfr. Elias 1969) e nella moralistica moderna (Prosperi 1996) e romantica (Schopenhauer 2018). Da ultimo, in periodi più recenti, la scrittura di regole di comportamento e di manuali di regole pratiche mirate a modificare la propria vita (anche nella forma della videoscrittura) è diventata un genere di grande successo, basti prendere in considerazione il florilegio contemporaneo dei manuali di self-help e self-improvement, che propongono forme specifiche di auto-educazione i cui contenuti, spesso, appaiono fortemente influenzati dalle logiche neoliberali della performatività e dell’imprenditoria di sé.
Bibliografia citata
Bredekamp H./Krämer S., Einleitung in: Idd. (a cura di), Bild, Schrift, Zahl, München 2010, 11-22.
Clark E.A., Reading Renunciation, Princeton 1999.
Elias N., Über den Prozess der Zivilisation, vol. I, Frankfurt/M. 1969.
Foucault M., L’écriture de soi in: Id., Dits et Écrits, vol. II, Paris 2001, 1234-1249.
Hadot P., La citadelle intérieure, Paris 1992.
Kassung C./Macho T., Einleitung in: Idd. (a cura di), Kulturtechniken der Synchronisation, München 2013, 9–22.
Prosperi A., Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Torino 1996.
Schopenhauer A., Aphorismen zur Lebensweisheit, in: Id., Werke, vol. IV, Feldafing 2018, 311-413.
Stock B., Ethics through Literature, Hanover/London 2007.
RESPONSABILI
Antonio Lucci
Federico M. Petrucci
PARTECIPANTI
Paolo Bianchini
Diego Paolo Bubbio
Amos Corbini
Ezio Gamba
Enrico Guglielminetti
Graziano Lingua
Antonio Lucci
Maria Cristina Morandini
Federico Maria Petrucci
Giacomo Pezzano
Jenny Ponzo
Paola Rumore
Francesco Striano
ENTI COINVOLTI
Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione
ENTE FINANZIATORE
Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione (Progetto Dipartimentale RTL: Research Temporary Lab)
CONTRIBUTO TOTALE OTTENUTO
3.500 Euro
PERIODO DI ATTIVITÀ
21.01.2023-31.01.2025
DURATA DEL PROGETTO
24 mesi